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L'insostenibile leggerezza delle promesse elettorali

L'insostenibile leggerezza delle promesse elettorali

Autore: Il Direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 05/02/2015 12:27:30

Durante le ultime elezioni politiche tedesche, la Merkel pur di rivincere le elezioni, fece il passo di mettersi a braccetto con il partito nazionale di Sinistra. E’ stato un passaggio magistrale che aveva però il solo scopo di far intendere alla popolazione germanica che la premier in odore di rielezione, è persona di larghe vedute e intese. Poco importa se poi, una volta raggiunto l’obiettivo, si torna tutti a rappresentare il proprio ruolo, ammesso che in Politica esistano ancora ruoli, fazioni e colori.

Pur di essere eletto o rieletto, un personaggio politico è pronto a tutto e promette di tutto, persino cose che hanno del ridicolo ma si sa, la poltrona è poltrona e poi, a cose fatte, ad elezione avvenuta, che vuoi che importi se le promesse vengono rapidamente cancellate e superate da azioni totalmente contrarie a ciò che si era paventato all’elettorato?

Uno degli esempi maggiormente esplicativi di questo metodo è legato alla persona del nostro Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che prima di essere designato al ruolo di Premier, si vestiva con la pelle dell’orso del “rottamatore nemico della casta e dei corrotti in politica” e che nelle stesse ore della sua investitura a Premier, stringeva patti e contro patti con quello che doveva essere la massima espressione del suo dissenso, Silvio Berlusconi.

Questa metodica, dovrebbe far comprendere in maniera definitiva come in politica non esistano divisioni e di come la politica continui a mostrarsi alla popolazione come in realtà non è. La politica è coesa, non conosce divisioni partitiche, non mette in dubbio un patto tacito che avviene nel momento stesso in cui si entra a far parte della grande famiglia o come continuano a chiamarla certi, della Casta. Il patto del Nazareno, che a molti appare un disgustoso esempio di come in politica non ci si faccia troppi scrupoli pur di ottenere ciò che si vuole, altro non è se non la dichiarazione ufficiale di ciò che accade da sempre.

Il fatto che abbiano deciso stavolta di renderlo noto, deve esser letto come l’apertura a una realtà che è stata celata per decenni almeno finché era necessario mantenere un certo tipo di rigore nei confronti dell’Opinione Pubblica. Con la scusa della crisi economica internazionale che ha di fatto distrutto la classe media e di conseguenza l’importanza dell’Opinione pubblica che doveva fare da arbitro nelle questioni politiche nazionali, non si è più reso necessario mantenere segreto l’andamento reale della componente politica e così, ecco che tutto trapela e viene mostrato alla gente senza che vi sia necessità di celare comportamenti palesemente contrari a un regime democratico e trasparente.

La recente elezione di Tsipras in Grecia ha fatto gioire intere popolazioni, compresa la nostra, in virtù del fatto che n molti hanno creduto che le sue promesse elettorali avrebbero aperto il campo a un ribaltamento dell’attuale sistema politico ed economico che avrebbe interessato, con effetto domino, altre nazioni europee. Abbattimento delle tasse, reddito minimo garantito, persino cancellazione delle bollette dell’energia elettrica per i meno abbienti, oltre alla promessa di non onorare il pagamento del debito pubblico hanno fatto di Tsipras l’eroe internazionale di chi si nutre di sogni irrealizzabili.

Peccato che sia già arrivata la mannaiata della Troika che, attraverso il governo tedesco, chiede placidamente a Tsipras di “dimenticare le promesse elettorali” e tornare nei ranghi con politiche di rigore e pianificazione di riforme che sarebbero “assolutamente necessarie alla ripresa economica della Grecia”.

Ecco, siamo giunti al punto in cui non è più un problema chiedere a un Premier neoeletto di “dimenticare le promesse elettorali”, una cosa che fino a pochi anni fa avrebbe fatto rivoltare intere popolazioni e messo in atto immediatamente guerre civili e tentativi di colpo di Stato.

Ciò che sta accadendo in queste ore è indicativo di ciò che sta accadendo a livello internazionale: i governi hanno ormai nelle proprie mani un livello di potere tale nei confronti delle popolazioni, che l’unico elemento prioritario è la messa in atto di quelle strategie che servono a distruggere quel poco che è rimasto del concetto di sovranità popolare che sta per essere completamente azzerato dalle “necessarie riforme costituzionali” che in ogni nazione europea serviranno solo allo scopo di rendere potentissimo un solo personaggio: il Primo Ministro.

E’ pur vero che proprio la Troika fu protagonista del salvataggio della Grecia quando, nel 2010, si attivò per sanare la tremenda crisi economica che si abbatté sul paese e che aprì la strada nel 2011, a quel trattato ESM che tutti dovrebbero avere il dovere-diritto di leggere e capire. Ma la questione che affronto ora è quella della promessa elettorale che ormai non conta più nulla e può essere immediatamente ritirata pur di non cadere nelle maglie del grande sistema politico economico internazionale.

D’altronde cosa potevamo aspettarci continuando a credere ciecamente alla balla della “crisi economica internazionale causata non si sa bene da cosa” e che a tutti gli effetti appare essere un progetto ben definito che sta giovando solo alle lobby politiche e a quelle bancarie e industriali internazionali? La Troika, composta da BCE, Fondo Monetario Internazionale e Commissione Europea, è in vita con lo scopo – apparentemente nobile – di salvare i paesi coinvolti nella grande recessione. Peccato che ancora in pochi abbiano capito che per “salvaguardare gli Stati” si tralasci di pensare alle impellenti necessità delle popolazioni, perché è bene ricordare che “bene delle nazioni” non significa affatto “bene delle popolazioni”.

La conferma risiede nel fatto che si continuano a salvare le banche, le grandi industrie, le lobby politiche e parallelamente, si prosegue nel processo di smaltimento di diritti civili e sostegni alle popolazioni. D’altronde, che potere sarebbe se chi lo detiene non potesse realizzare azioni considerate “impossibili assurdità” dalla gente comune che continua ad avere necessità di credere che esista ancora qualcosa di buono nei settori della Politica e della Finanza internazionale?

La realtà è diversa ed è peggiore dei peggiori dubbi che possono aggredire l’essere umano: siamo troppi, costiamo troppo, chiediamo troppi diritti. L’unica soluzione è abbattere il maggior numero di cittadini e per far questo, è necessario riformare le nazioni cosiddette civili, che conservano ancora troppi buoni principi all’interno delle Costituzioni. Ecco perché è in atto questa corsa alle riforme, che non miglioreranno la condizione delle popolazioni ma estremizzeranno il potere di chi già ne ha troppo.


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